I miei nonni erano dei piccoli coltivatori diretti, mio padre ha ereditato questa grande passione che tutt’oggi porta avanti per hobby, assicurando alla sua piccola nipotina Andrea ottimi ortaggi da gustare in ogni stagione… Ed io cosa c’entro? Bhè, all’inizio me lo chiedevo anche io. Ma poi, dopo avere evitato per ben 33 anni di andare in campagna, appena “emigrato” ho scoperto che curare un giardino, annaffiare un orto – indipendentemente dalla sua grandezza – mettere le mani nel terreno, strappare le erbacce, ma anche solo restare seduto a contemplare i fiori può avere sul corpo un effetto estremamente benefico.
E così, in questa vita “frenetica”, ho capito che fermarsi anche solo un istante ci consente di rigenerarci per poi ripartire.
Io per il momento ho iniziato cercando di osservare quando posso mio padre all’azione per poi allenarmi con il mio piccolo orticello.
Una sfida? Una scommessa? Nessuna delle due cose.
La scoperta del valore della natura, del suo poter ma soprattutto un tesoro prezioso che non va sciupato. Rispettato.
Coltivato e tramandato. Ecco, un po’ come mio padre prova a fare con me.
Ottimo spunto!
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